Fattori arcani

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Tuesday, February 07, 2006

I Fattori Arcani

"Un arcano mistero aleggia intorno ai Fattori Arcani: i misteriosi segreti che si tramandano di generazione in generazione dall'inizio dei tempi, stanno per essere perduti e l'ultima speranza rimarrà nella memoria di un giovane apprendista di magia, in visita a Lucenta, la Città delle Luci, per studiare alcuni testi antichi nella grande Biblioteca e che si troverà ad essere il fattore chiave in una guerra che rischia di travolgere non solo le Tre Repubbliche ma l'intero continente di Erengoth."

L’ambientazione de “I Fattori Arcani”

La terra

Nell’antica lingua, Erengoth significa “Terra sacra agli Dei”.

La terra de “I Fattori Arcani” è un continente non molto vasto ma popolato da diverse etnie e culture: terre di contadini e fattori, arcani misteri, maghi e cavalieri.

Tutto il continente è circondato dalle acque del Mare Esterno, mentre le terre racchiudono a loro volta il Mare Interno: i due mari sono collegati dallo stretto di Naimen.

Diversi sono i fattori climatici e ambientali che hanno portato lo sviluppo delle diverse aree climatiche della terra de “I Fattori Arcani”, con differenti tipi di flora e fauna: dal deserto di Kor alle sterminate distese, pianure e campi coltivati del Regno di Haraan,

Le Tre Repubbliche

Situate a sud-ovest, il territorio delle Tre Repubbliche confinano a nord con il Mare Interno, a sud con il Mare Esterno, a ovest on il Regno di Haraan e a est con l’Impero di Kor.

Lucenta

La Città delle Luci

  • Popolazione: circa 6.000 abitanti
  • Presidente: Eirik, detto “il Giusto”, ottimo reggente e giudice
  • Comitato legislativo: formato dal Consiglio dei Saggi, costituito dai 20 più anziani e potenti uomini della città
  • Leggi: rigido controllo delle armi, le quali sono del tutto vietate ai forestieri.


La Città delle Luci è nota nell’Erengoth per la luce che avvolge la città durante la notte: il fattore che l’ha resa famosa a tutti gli abitanti della terra de “I Fattori Arcani”.

Ma Lucenta è anche sede del tempio di Teodosius, e della grande Biblioteca, meta di studiosi e ricercatori da tutte le parti del continente.

Locali:

La Luna d’Argento


Selene


La Città del Lago


  • Popolazione : circa 20.000 abitanti
  • Presidente : Kaleb, nobile, Governatore della Corporazione dei Mercanti
  • Commercio: corallo verde situato in fondo al lago Selene
  • Leggi : l'ordinamento giuridico favorisce lo sviluppo del capitalismo
  • Comitato legislativo : formato da nobili e mercanti, in tutto 25 membri; è presieduto dal Presidente.

La Città del Lago è una Repubblica fiorente e pacifica che fonda la sua economia sull'esportazione del corallo del lago omonimo, fattore peril quale è conosciuta in molte terre dell'Erengoth.

Il potere è in mano alla corporazione dei mercanti, che organizza e gestisce completamente i commerci e le esportazioni, il fattore chiave dell'economiacittadina.

Selene è una città giovane ma molto popolata e attiva: la maggior parte della popolazione è formata da pescatori, fattori e contadini.

I mercanti ritengono la guerra con gli elfi sia un cattivo affare, ma a causa del calo dell'esportazione del corallo non sono intenzionati a concedersi pericolose interferenze: i fattori economici sono alla base di tutto, e, se gli affari vanno male, tutta la città ne risentirebbe.

Locali:


  • Lo Specchio
  • Il Nastro d'Argento

I Fattori Arcani: l'Equazione

Nella Camera della Conoscenza, posta in cima alla Torre della Luce, l'arcimago Ganimedes tudiava in silenzio i Fattori Arcani. Come la Torre era il fulcro luminoso della città di Lucenta, così i Fattori Arcani erano il fulcro variabile dell'Equazione che da più di mille e cinquecento anni gli stregoni cercavano di comprendere.

Spostandosi lentamente lungo la parete, il vecchio arcimago osservava il flusso dei simboli luminosi che si susseguivano intrecciandosi in spirali, fondendosi e dando origine a nuove forme, in quello che all'occhio di un profano poteva sembrare come un insensato caleidoscopio di luci e colori che occupava ogni centimetro delle mura interne della grande sala. Gli stregoni invece, sapevano bene come quel cangiante susseguirsi di segni fosse la rappresentazione di come le energie magiche agivano sul mondo materiale che li circondava.

Ganimedes prese posto su uno dei seggi orientabili al centro della Camera incrociando le braccia sul petto e distendendo le lunghe gambe. Aveva smesso da tempo di interrogarsi su chi fosse stato a concepire l'Equazione, accettando perfino la remota ipotesi che gli Dei stessi l'avevano donata ai mortali per saziare la loro sete di conoscenza.

Non che questo fosse meno probabile di altre ipotesi che si perdevano indietro nei secoli, come quella che voleva l'esistenza di un popolo ormai scomparso così potente nella magia da aver trascritto ogni fondamento di fisica, biologia, astronomia, misticismo e stregoneria in un'unica formula che dinamicamente potesse descrivere ogni possibile fenomeno o interazione tra essi svelando ogni singolo fattore che componeva l'arcana formula.

Mentre cercava di isolare l'ennesima variabile dal flusso mistico dei Fattori Arcani, procedimento che lo aveva assorto completamente nell'ultima parte della giornata, venne distratto dall'improvviso bagliore proveniente dalla finestra che dava sul cortile della Grande Torre della Magia e che si
trovava proprio alle sue spalle.

Si stava facendo buio: per tutto il pomeriggio, dopo un pranzo con il Governatore, aveva studiato i Fattori Arcani in maniera così intensa da non rendersi conto del passare del tempo.

Il sole era già tramontato e l'oscurità cominciava ad avvolgere le Tre Repubbliche: tutte ma non Lucenta.

La Città delle Luci doveva il suo soprannome ad un sistema di illuminazione progettato da Ganimedes che, automaticamente al calar del sole, si attivava in tutta la città.

Splendenti globi magici, sospesi nell'aria a qualche metro d'altezza, comparivano in ogni strada e ogni vicolo: in ogni piazza, cortile e parco, le sfere brillavano di una luce magica così intensa da far risplendere Lucenta da diversi chilometri di distanza.

Ganimedes provava, ogni sera, uno strano calore all'accendersi delle luci: le sfere di luce spazzavano via l'oscurità e portavano, in ogni abitante di Lucenta, calma e tranquillità..........

continua