I Fattori Arcani: l'Equazione
Nella Camera della Conoscenza, posta in cima alla Torre della Luce, l'arcimago Ganimedes tudiava in silenzio i Fattori Arcani. Come
Non che questo fosse meno probabile di altre ipotesi che si perdevano indietro nei secoli, come quella che voleva l'esistenza di un popolo ormai scomparso così potente nella magia da aver trascritto ogni fondamento di fisica, biologia, astronomia, misticismo e stregoneria in un'unica formula che dinamicamente potesse descrivere ogni possibile fenomeno o interazione tra essi svelando ogni singolo fattore che componeva l'arcana formula.
Mentre cercava di isolare l'ennesima variabile dal flusso mistico dei Fattori Arcani, procedimento che lo aveva assorto completamente nell'ultima parte della giornata, venne distratto dall'improvviso bagliore proveniente dalla finestra che dava sul cortile della Grande Torre della Magia e che si
trovava proprio alle sue spalle.
Si stava facendo buio: per tutto il pomeriggio, dopo un pranzo con il Governatore, aveva studiato i Fattori Arcani in maniera così intensa da non rendersi conto del passare del tempo.
Il sole era già tramontato e l'oscurità cominciava ad avvolgere le Tre Repubbliche: tutte ma non Lucenta.
La Città delle Luci doveva il suo soprannome ad un sistema di illuminazione progettato da Ganimedes che, automaticamente al calar del sole, si attivava in tutta la città.
Splendenti globi magici, sospesi nell'aria a qualche metro d'altezza, comparivano in ogni strada e ogni vicolo: in ogni piazza, cortile e parco, le sfere brillavano di una luce magica così intensa da far risplendere Lucenta da diversi chilometri di distanza.
Ganimedes provava, ogni sera, uno strano calore all'accendersi delle luci: le sfere di luce spazzavano via l'oscurità e portavano, in ogni abitante di Lucenta, calma e tranquillità..........
continua
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