Fattori arcani

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Tuesday, February 07, 2006

I Fattori Arcani: l'Equazione

Nella Camera della Conoscenza, posta in cima alla Torre della Luce, l'arcimago Ganimedes tudiava in silenzio i Fattori Arcani. Come la Torre era il fulcro luminoso della città di Lucenta, così i Fattori Arcani erano il fulcro variabile dell'Equazione che da più di mille e cinquecento anni gli stregoni cercavano di comprendere.

Spostandosi lentamente lungo la parete, il vecchio arcimago osservava il flusso dei simboli luminosi che si susseguivano intrecciandosi in spirali, fondendosi e dando origine a nuove forme, in quello che all'occhio di un profano poteva sembrare come un insensato caleidoscopio di luci e colori che occupava ogni centimetro delle mura interne della grande sala. Gli stregoni invece, sapevano bene come quel cangiante susseguirsi di segni fosse la rappresentazione di come le energie magiche agivano sul mondo materiale che li circondava.

Ganimedes prese posto su uno dei seggi orientabili al centro della Camera incrociando le braccia sul petto e distendendo le lunghe gambe. Aveva smesso da tempo di interrogarsi su chi fosse stato a concepire l'Equazione, accettando perfino la remota ipotesi che gli Dei stessi l'avevano donata ai mortali per saziare la loro sete di conoscenza.

Non che questo fosse meno probabile di altre ipotesi che si perdevano indietro nei secoli, come quella che voleva l'esistenza di un popolo ormai scomparso così potente nella magia da aver trascritto ogni fondamento di fisica, biologia, astronomia, misticismo e stregoneria in un'unica formula che dinamicamente potesse descrivere ogni possibile fenomeno o interazione tra essi svelando ogni singolo fattore che componeva l'arcana formula.

Mentre cercava di isolare l'ennesima variabile dal flusso mistico dei Fattori Arcani, procedimento che lo aveva assorto completamente nell'ultima parte della giornata, venne distratto dall'improvviso bagliore proveniente dalla finestra che dava sul cortile della Grande Torre della Magia e che si
trovava proprio alle sue spalle.

Si stava facendo buio: per tutto il pomeriggio, dopo un pranzo con il Governatore, aveva studiato i Fattori Arcani in maniera così intensa da non rendersi conto del passare del tempo.

Il sole era già tramontato e l'oscurità cominciava ad avvolgere le Tre Repubbliche: tutte ma non Lucenta.

La Città delle Luci doveva il suo soprannome ad un sistema di illuminazione progettato da Ganimedes che, automaticamente al calar del sole, si attivava in tutta la città.

Splendenti globi magici, sospesi nell'aria a qualche metro d'altezza, comparivano in ogni strada e ogni vicolo: in ogni piazza, cortile e parco, le sfere brillavano di una luce magica così intensa da far risplendere Lucenta da diversi chilometri di distanza.

Ganimedes provava, ogni sera, uno strano calore all'accendersi delle luci: le sfere di luce spazzavano via l'oscurità e portavano, in ogni abitante di Lucenta, calma e tranquillità..........

continua

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